Acqua alta eccezionale oggi novembre 2019 dopo decenni da quella del 1966. Danni, problemi e drammi per la popolazione della città di Venezia e delle isole lagunari, in particolare Pellestrina.
(a sx foto di danni da Veneziatoday)
Qui la drammatica testimonianza di una persona e dei suoi familiari e amici, in un lettera inviata a don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. -------------- " sono Nane di Pellestrina. Eccomi qua, ciao Julian. Mi son messo qui a scrivere perché d'impeto ho tante cose da dirti. Ma non riesco...eppure tu sei qui con me, son certo di questo . Ma come può un uomo avere tutto e, in pochi secondi, non ha più niente. Sentirsi al improvviso così, è massacrante,fa male. Parlo a nome di tutta la piccola comunitàdell'isola di Pellestrina in cui tutti sono stati vittime della catastrofe che ha colpito Venezia. Ma io voglio parlare con te, ne ho bisogno e credo che questa sia stata l'esigenza che mi da la forza di continuare << il bisogno, la certezza >>. In quel spaventoso momento inaspettato mi trovavo a fare spola da casa mia a casa dei miei genitori. Vedevo la marea salire sempre più. ma li mi dicevo che per noi è normale... Camminando da una casa all'altra comunque pregavo la Madonna, visto che noi ce l'abbiamo in isola. Ma qualcosa non andava, non funzionava. Al improvviso un onda d'acqua ha sommerso l'isola con una forza spaventosa. Mi son ritrovato al buio in strada con l'acqua al torace, un disastro. E' propio qui che ho ,bisogno, di guardarti negli occhi, perché li in un istante tutta la mia certezza è andata a farsi fottere e prevaleva il mio grido, MA PERCHÉ? .Quel punto per me è stato difficile,sembrava che la disperazione volesse abbattere tutto. E li per li mi domandavo,ma finisce tutto qua, è questo il mio bisogno? Ma è questo che mi determina? Rialza gli occhi Nane e guarda quegli occhi, sguardi, di cui tu sei fatto, di quella sostanza che tutto fa Ma ti giuro Julian che questo è difficile, guardare tua moglie piangere disperata, o mio padre che per una vita ha dato tutto, vedere che all’improvviso, lui che per me era ed è una roccia diventare un bambino, non avere più la forza di continuare, e vedere nel suo volto il desiderio di andarsene assieme a tutto quello che ha perso. Quel PERCHE' vuole trascinarti nel baratro, dove tutto dice il contrario di ciò che determina il tuo cuore. Ma mio padre ha ancora me, i miei fratelli. i miei amici e questo sono certo cheva oltre alla disperazione, anche se questo non toglie il dolore, le tragedie. Per questo ringrazio, perché tu, la comunità, la fraternità, gli amici e mio padre,la famiglia sono quella forza silenziosa, ma potente che permette di demolire quel "MA PERCHÉ". E questo non posso negarlo, per il fatto che il Mistero è sempre li che mi accompagna. La prova è mia figlia, che nel momento della tragedia avevo lasciato ad aiutare i nonni e poi mio mio figlio che, dopo un aiuto ai nonni, avevo mandatoad aiutare mia moglie. Ma mia figlia nel momento dell'onda d'urto era sola con il nonno che cercavano di puntellare la porta con le sole forze delle braccia e con l'acqua alla pancia ,e al buio. E lei dopo passato il panico <<sai papà ero li con il nonno sola non dicevamo nulla, allora abbiamo cominciato a dire l'Ave Maria che ci aiutasse e ha funzionato ci ha ascoltato, perché credimi avevo paura di morire>>. Non so che altro dire, ma so cheil mio rapporto con LUI riesce a vincere su tutto,grazie a questa umanità, che sembra un paradosso ma riesce a farti continuare e a stare nella vita in un modo vero e diverso. E parlo a nome anche di tutti quegli amici disperati che hanno perso tutto ma che, grazie alla nostra Storia incontrata, di sicuro non hanno perso la fede. Sai Julian, mi ha chiamato mezzo mondo: un popolo che ha pregato e prega per noi e credimi, questa è la benzina per il nostro cuore e abbattere quel MA PERCHE'. Ti saluto e grazie di essermi amico, ci sentiamo w, magari un giorno riusciremo a vederci ed abbracciarti"
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Tre secoli fa, a Pellestrina, un Miracolo... Quando la Madonna salvò Venezia di Stefania Falsca sul mensile 30giorni (n.10 del 2001)