IL SAGGIO DEL MARCHESINO EUFEMIO (1) (22 luglio 1843) di G. G. Belli
A dì trenta settembre il marchesino, D'alto ingegno perché d'alto lignaggio, Diè nel castello avito il suo gran saggio Di toscan, di francese e di latino.
Ritto all'ombra feudal d'un baldacchino, Con ferma voce e signoril coraggio, Senza libri provò che paggio e maggio Scrivonsi con due g come cugino.
Quinci, passando al gallico idïoma, Fe' noto che jambon vuol dir prosciutto, E Rome è una città simile a Roma.
E finalmente il marchesino Eufemio, Latinizzando esercito distrutto, Disse exercitus lardi, ed ebbe il premio.
(1) Questo sonetto si ricorda comunemente col titolo: Il saggio del baroncino G....;
ma nell'edizione romana è stampato in questo modo.
Forse il Poeta lo mutò, per non offendere la persona contro la quale fu scritto.